“(…) è venuta l’ora che io cerchi una definizione complessiva per il mio lavoro; proporrei questa: la mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio.”
È un passo della conferenza di Calvino sulla Leggerezza, raccolta in Lezioni Americane; ma avrebbe potuto scriverlo Bruno Munari. Una considerazione che torna continuamente d’attualità (anche se questo vorrebbe dire che Munari ha avuto periodi di non attualità, e questa è una contraddizione in termini!), ad esempio in occasione della mostra monografica chiusa a Milano.
Nessuno come lui ha saputo praticare con leggerezza creatività, cultura, intelligenza e trasformare queste doti in un moto continuo della mente che ha prodotto per decenni opere d’arte, libri didattici, memorabili progetti di comunicazione visiva. La leggerezza della perenne ironia (soprattutto “contro” se stesso), d’altra parte, ce ne fosse bisogno, è perfettamente espressa nei titoli dati a tanti suoi progetti: le Macchine Inutili, le Forchette Parlanti, i Libri Illeggibili, i Fossili del 2000 (opera del 1959…) sono perfetti testimoni di una fantasia che si lega indissolubilmente al progetto.
È questo, probabilmente, l’aspetto fondamentale del lavoro di Munari: uno spirito dominato dalla perenne curiosità, refrattario a ogni ideologia, inaspettato nello scompaginamento delle tecniche. Ricerca energica di una soluzione che tende sempre al confine; che apre una parentesi, ma non la chiude mai.
“Un percorso che lo rende modernissimo, soprattutto oggi che la creatività sembra troppo spesso il risultato di un lampo estemporaneo, comunque soffocata da tecniche di rappresentazione che bastano a loro stesse.”
Quanto si può crescere, ancora oggi, grazie all’insegnamento di maestri come Bruno Munari, che hanno fatto della continua ricerca e della cultura del progetto la struttura fondante della fantasia!
La regola da sola è monotona, il caso da solo rende inquieti.
La combinazione tra regola e caso è la vita, è l’arte, è la fantasia, è l’equilibrio.
I lavori
Selezionare alcuni lavori di Munari è semplicemente impossibile, dovendo attingere da un’opera sterminata e sempre significativa in ogni settore: arte, design industriale, grafica, editoria, fotografia, pubblicità, didattica. Ricordo solo alcuni esempi, sapendo di strappare un “Ah, perché: l’ha fatto lui?”…
Linee editoriali Einaudi; 1962-1965. Progetti entrati nel dna di qualsiasi lettore e ancora moderni a distanza di cinquant’anni dalla loro prima pubblicazione.
Quando diciamo che tutto è subordinato all’idea…
Quando si ha a che fare con Bruno Munari, l’unica cosa da fare seriamente è cercare di divertirsi.
Le citazioni nell’immagine di copertina, quindi, sono:
1. Concavo-Convesso, 1946
2. Xerografie, 1963
3. Oggetti trovati, 1951 (Da lontano era un’isola)
4. Le forchette parlanti, 1958
5. Il dizionario dei gesti italiani, 1994
6. Le macchine inutili, 1933
7. Tra i tanti lavori sul lettering, manifesto Campari, 1964