Il tempo di un’occhiata
Vi avviso subito, ora il gioco si fa duro…
dunque siamo sotto l’orizzonte (Butta un occhio 2) coi piedi nella polverosa realtà.
Qui, fondamentale Eureka! della nostra evoluzione, abbiamo percepito un collegamento tra spazio e tempo. Di conseguenza abbiamo sviluppato una concezione lineare del tempo: da una parte c’è un prima, dall’altra c’è un dopo.
Bene, anche il guardare è un’azione nel tempo. E nello spazio. Gli studi condotti sui movimenti degli occhi — da quelli di A. L. Yarbus alla Classificazione dei movimenti oculari degli anni 90 — ci confermano che in linea di massima questa azione degli occhi avviene da sinistra a destra (in linea di massima, ovvero se ciò che guardo è fermo e non presenta particolari aree attrattive, ma ce ne occuperemo abbondantemente più avanti).
E sempre semplificando molto: poiché la nostra fisiologia influisce sull’idea che ci facciamo del mondo, dove spazio e tempo sono per noi collegati, avviene che attribuiamo un prima a quel che sta a sinistra e un dopo a quel che sta a destra.
Giochino
Che amo il Giorgione forse l’avevate già capito nel precedente articolo, ma qui lo bistratto tagliando questa sua opera. E pure gliela rifletto.
…come cambiano le cose!
Forse anche voi nella prima riproduzione vedete un nonno col nipote, mentre la seconda vi suggerisce che si tratta di una sola persona, da bambino e da vecchio.
Ok, stanotte il Giorgione mi verrà a tirare i piedi.
Tutto questo ci dice che il campo visivo è un racconto; a sinistra leggo “C’era una volta”, a destra “e vissero tutti felici e contenti (o quasi)”:
passato → presente
presente → futuro
causa → effetto
e per estensione
certezza → promessa.
In pratica
Questa è la parte bassa di una delle pagine pubblicitarie che abbiamo realizzato per un nostro cliente (Sorma Group), che produce macchine e prodotti per il confezionamento dell’ortofrutta; è una comunicazione B2B, verso aziende del settore ortofrutticolo e della distribuzione.
Il testo a sinistra afferma “proteggi al meglio i tuoi prodotti” e la foto a destra promette “vedrai che qui c’è la soluzione anche per te”.
Chiaro?
La prossima volta parleremo invece della parte più divertente, quella che fa la differenza. Quella sopra.
Ve l’anticipo un po’:
(continua)
Giovanni Capponi