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Agenzia Pagina per Saving Bees

Gli amici di Saving Bees ci insegnano che le api sono responsabili di circa il 70% dell’impollinazione di tutte le specie vegetali viventi e che garantiscono circa il 35% della produzione globale di cibo. Passando di fiore in fiore prendono e lasciano componenti essenziali per la vita vegetale (e quindi per la nostra vita). Un po’ quello che facciamo noi nel mondo della comunicazione assorbendo e lanciando stimoli, lavorando di squadra, producendo idee. Da bravi impollinatori di idee ci sentiamo particolarmente partecipi della sorte delle api, messa a rischio da comportamenti dell’uomo, e quindi ci sembra normale aiutare loro per salvare noi.

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butta un occhio 1

Butta un occhio 1

Inauguriamo qui una serie di riflessioni sugli strumenti della comunicazione visiva. Sono il condensato di interventi che ho tenuto negli anni in seno a progetti formativi del Comune di Venezia, in vari master in comunicazione e per corsi più strutturati presso l’Albe Steiner di Ravenna.
Ma non mi dedico più alla formazione da qualche anno – eccetto che per qualche giornata quando Pagina è chiamata a offrire consulenza in comunicazione, soprattutto in ambito politico – e non avendo conservato degli appunti, mi perdonerete se ogni tanto salterò di palo in frasca.
Il nostro augurio è che vi divertiate. E che se vi capiterà di chiedere a un professionista di modificare un progetto, vi sentiate un po’ in colpa!

Il luogo del delitto

Se nei gialli il colpevole è sempre il maggiordomo, nella comunicazione visiva lo è la scena del crimine.
Quantomeno, lo spazio non è mai del tutto innocente.

Per cominciare facciamo un punto.
Dove? Elementare Watson…

qui al centro, se voglio dirti che sono equilibrato,

qui a sinistra invece, per suggerirti che ho esperienza,

destra, che sono giovane,

in alto, che ho dei valori,

e qui, in basso, perché sono concreto.

Gli indizi

Quel che vediamo (un dipinto, l’immagine sullo schermo e ovviamente anche quella porzione dello spazio fisico davanti a noi dove stanno le cose) è stato definito campo percettivo da Edgar Rubin, del quale forse conoscete il Vaso del 1915.

Vaso Rubin

Ma qui, più dei giochini figura-sfondo di Rubin, ci interessa la sua intuizione dello sfondo come sostanza, soprattutto dopo che la psicologia della gestalt l’ha condita di un’ingrediente fondamentale: la struttura. La struttura è lo spazio “organizzato” che, già di per sé, comunica. Lo spazio ci parla ancor prima che ci siano dentro le cose.

Expedit-vs-Billy

Se pensate che lo spazio sia solo del posto da riempire, come ad esempio una libreria, che cosa vi fa scegliere una Expedit o una Billy?

Sono giusto dei contenitori vuoti, finché non li riempi di libri, cd o sorpresine Kinder… no?

No, perché nel momento stesso in cui lo guardiamo, il vuoto non è più vuoto.
E quindi è soggetto a un’estetica: base e altezza, simmetrie e proporzioni, ecc.

In verità, caro Watson, è lo sguardo dell’uomo, animal symbolicum alla ricerca di significati, che non è mai innocente.
Nel suo guardare l’uomo segmenta lo spazio; e in particolare, quando lo spazio è ben definito, incorniciato, lo scruta attendendosi che vi sia una struttura.

La prossima volta, se vi va, scruteremo l’orizzonte. (continua)

Giovanni Capponi